Reddito energetico: fotovoltaico per TUTTI?
il 31/03/2023
L’aumento dei costi dell’energia ha innescato non solo un profondo divario economico, ma anche energetico tra i cittadini.
L’accesso alle fonti di energia rinnovabile, nonostante le varie agevolazioni fiscali e i bonus a disposizione, non è infatti ancora alla portata di tutti e soprattutto delle famiglie con un basso reddito.
Per abbattere il costo delle bollette dell’energia elettrica e per favorire la diffusione dell’installazione di impianti ad energia rinnovabile il CIPESS,
Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, ha sbloccato un fondo da 200 milioni di euro a favore del
cosiddetto reddito energetico.
Una misura di sostegno decisamente più risolutiva e a lungo termine del bonus bollette, attualmente disponibile per le famiglie con un basso reddito ISEE; il reddito energetico consente infatti un risparmio concreto per le famiglie più svantaggiate che produrranno e consumeranno così l’energia senza doverla effettivamente pagare.
Un fondo che, oltre al contributo fornito dal CIPESS, si autoalimenta: l’energia prodotta in eccesso dalle famiglie beneficiarie, infatti, sarà poi destinata alle Regioni e ai Comuni, motivo per cui il
reddito energetico 2023 consiste in un contributo a fondo perduto
regionale e non stanziato direttamente dallo Stato.
I soggetti che accedono al reddito energetico hanno l’obbligo di sottoscrivere
un accordo per lo scambio sul posto per cedere la quota di energia inutilizzata e renderla disponibile per la vendita, alimentando così le casse regionali e il Fondo stesso,
una convenzione tra il soggetto beneficiario, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e la regione di residenza.
Il reddito Isee e la corrispondenza tra la residenza anagrafica dell’immobile dove verrà installato l’impianto e la residenza del richiedente sono i principali parametri da rispettare per poter accedere a tale reddito e vi possono accedere i proprietari, gli usufruttuari delle abitazioni e in ultima istanza anche i condomini, a seconda di quanto previsto dalla normativa regionale di riferimento.
Ulteriore garanzia, a favore della buona riuscita della misura che si prefigge così un importante obiettivo nell’ambito della transizione energetica, è l’impegno del beneficiario a garantire una produzione minima e il funzionamento dell’impianto per un certo numero di anni.
Le Regioni che non hanno ancora aderito alla misura hanno comunque stanziato, in alcuni casi, fondi per migliorare la produzione energetica e l’efficienza energetica locale: ad esempio il Friuli Venezia Giulia ha messo a disposizione un fondo di 100 milioni di euro per l’efficientamento energetico dei residenti, la Lombardia 30 milioni di euro a favore delle piccole imprese, l’Umbria 3,2 milioni di euro per le aziende che installano impianti fotovoltaici...
Il reddito energetico pone l'accento sul signficato più ampio della parola sostenibilità e accessibilità: la sostenibilità energetica ed economica non dovrebbe essere infatti un’opzione a disposizione solamente di determinate categorie di cittadini; la possibilità di dotarsi di sistemi che contribuiscono alla riduzione dello spreco di energia e di denaro dovrebbe essere una prerogativa di tutti, a maggior ragione se i benefici che ne conseguono sono a disposizione di tutta la comunità.
Torna Indietro